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Allo sceicco del Qatar non piacciono le donne arbitro

di Souad Sbai

Alla cerimonia di premiazione del Mondiale di calcio per club, le due donne arbitro presenti sono state costrette – su suggerimento del presidente della FIFA Infantino – a non fermarsi a salutare lo “sceicco” Joaan bin Hamad Al Thani, per evitare imbarazzi a chi non riconosce la pari dignità delle donne. Una terribile figura da parte di chi riempie la bocca – e le tasche – di slogan contro il razzismo.

Altro che lotta alle discriminazioni: quanto è andato in scena nel solito Qatar durante la cerimonia di premiazione del Mondiale per Club, è davvero un cattivo spot per la FIFA e il suo presidente, Gianni Infantino.

L’ordine sussurrato all’orecchie delle malcapitate donne arbitro di non fermarsi a salutare lo “sceicco” Joaan bin Hamad Al Thani, presidente del Comitato olimpico del Qatar e cugino dell’emiro Tamim, svela tutta l’ipocrisia della macchina (da soldi) del calcio, o almeno di chi la gestisce.

L’immagine arcobaleno degli “eroi” con gli scarpini uniti all’insegna del “no al razzismo”, serve a nascondere interessi ben più profani. Nulla di cui stupirsi, è così che va il mondo, si potrebbe dire, e ciò vale anche per quello del “pallone”.
Altrimenti, in considerazione degli scandali che hanno macchiato con largo anticipo la prossima Coppa del Mondo − prevista, guardo caso, sempre in Qatar nel 2022 −, la FIFA avrebbe revocato senza indugi l’assegnazione a Doha della massima competizione calcistica per individuare un altro paese ospitante, meno incline alla corruzione e allo sfruttamento schiavistico della manodopera straniera.

Ma la pioggia di tangenti che il Qatar è accusato di aver versato appunto per ottenere l’assegnazione della Coppa, serve forse proprio a questo: ovvero, a far ignorare e digerire ogni violazione dei diritti umani di cui l’emirato si dimostra capace, vero Infantino?

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