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Islam e nazifascismo, un’alleanza che avrebbe potuto modificare l’assetto mediorientale

Il 22 settembre, il giornalista e saggista storico Alberto Rosselli ha presentato il suo libro Islam e nazifascismo, un’alleanza che avrebbe potuto modificare l’assetto mediorientale presso il Centro Studi Averroè di Roma. L’On. Souad Sbai, esperta di scenari geopolitici, dopo aver sottolineato il grande impegno storico di Alberto Rosselli, ha espresso parole di solidarietà per le minacce ricevute.  Durante il Convegno, Alberto Rosselli  ha spiegato l’evoluzione delle relazioni diplomatiche che, tra il 1933 e il 1945, intercorsero tra il Gran Muftì, Hajjl Muhammad Amln al-Husayni, e la Germania nazista e l’Italia fascista. Questo saggio storico ha infatti ricostruito l’intesa ideologica e strategica fra la politica nazista e fascista e l’insorgenza islamista spiegando un connubio poco noto di quegli  anni. Il 28 novembre 1941, Al Husayni, figura chiave dell’alleanza islamo-nazista, si recò in Germania per parlare con Hitler e prendere contatto con i capi nazisti al fine di favorire le ragioni dell’indipendenza dei Paesi arabi. Il 10 febbraio 1943, Husayni creò la Waffen-Gebirgs-Division der SS Handschar, formata soprattutto da musulmani provenienti dalla Croazia, che all’epoca includeva la Bosnia ed Erzegovina. Un’altra prova di questo connubio è datata 1938 quando il governo tedesco creò una trasmissione radio di propaganda nazista in lingua araba. Rosselli ha evidenziato che la visione antioccidentale, antidemocratica ed antisemita dei regimi totalitari è stata ripresa dal sedicente Stato islamico. Il libro scritto da Adolf Hitler Mein Kampf è stato diffuso nel mondo arabo, sono state infatti vendute 30 milioni di copie in Medio Oriente e nel Maghreb. L’Europa, ha ricordato Rosselli, ha rinnegato le sue radici ebraico-cristiane, preferendo un laicismo quasi “esasperato”. L’aspetto demoniaco dell’Occidente è utilizzato dall’estremismo come prova della sua inferiorità.