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Violenza donne, ACMID: “Altissime richieste aiuto negli ultimi 18 mesi”

Violenza donne, ACMID: “Altissime richieste aiuto negli ultimi 18 mesi”

Violenza donne, ACMID: “Altissime richieste aiuto negli ultimi 18 mesi” – Sbai: “Politiche integrazione siano base per ridurre violenza”

ROMA – Il numero di donne vittime di violenza continua a crescere. Negli ultimi 18 mesi, Acmid Donna Onlus ha ricevuto numerosissime richieste di aiuto. Un numero senza precedente nei venti anni di attività dell’Associazione delle Donne Marocchine in Italia, che vede in prima fila tante ragazze che, nonostante si trovino nel nostro Paese da anni, non parlano la lingua italiana.

A diffondere queste informazioni è l’on. Souad Sbai, Presidente di Acmid Donna Onlus, da vent’anni impegnata nella difesa delle donne vittime di violenza in Italia, spiegando come questo fenomeno sia aggravato e reso ancor più preoccupante dalla continua mancanza di una politica di integrazione efficace.

“Numeri spaventosi – ha detto Sbai – e preoccupano anche in virtù di politiche di una certa Sinistra che non ha mai lavorato seriamente ad un programma di integrazione concreto, che è alla base della lotta alla violenza di genere e di base, per le più giovani, per opporsi alla logica dei matrimoni combinati”.

“Tutto questo è unito ad un abbassamento della scolarizzazione delle bambine straniere presenti in Italia – il calo è di circa il 35% stando ai numeri del Ministero dell’Interno – fattore che rischia di incrementare ulteriormente la diffusione di una comunità estremista sempre più nutrita e difficile da gestire. L’integrazione non è un optional – ha sottolineato la Presidente di Acmid-Donna Onlus – deve essere un diritto-dovere per quanti arrivano nel nostro Paese, una vera e propria conditio sine qua non. Con l’occasione, chiediamo al Ministero degli Interni un censimento delle Associazioni che operano in Italia al fine di verificare quali siano attive per favorire l’integrazione delle persone provenienti da altre culture e quali, invece, sono lucrative e operino nell’ombra per sviluppare meccanismi radicali che ostacolino il completo inserimento e una maggiore tutela delle donne da episodi di violenza”.

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