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Souad Sbai: “Al via processo Rachida Rida, morta per apostasia”

“Oggi si apre il processo per la morte di Rachida Rida, giovane marocchina di Brescello uccisa a martellate nel novembre del 2011 dal marito, perché si era avvicinata al cristianesimo e alla comunità cristiana locale. Fatto storico, perché per la prima volta alla sbarra va la morte per apostasia”.

Con queste parole Souad Sbai, presidente di Acmid Donna Onlus parte civile al processo, commenta l’udienza che vede imputato Mohammed El Ayani, marito di Rachida Rida, uccisa a Brescello perché avvicinatasi al cristianesimo.

“Questo processo ha un valore storico e civile enorme, perché finalmente emerge in tutto e per tutto la condizione di clandestinità forzata dei convertiti al cristianesimo, obbligati a rimanere in silenzio, nelle catacombe, come i primi cristiani durante le persecuzioni nella Roma imperiale. Nessuno fra le femministe pluri-latitanti e le associazioni per i diritti – attacca Sbai – ha avuto il coraggio di presentarsi parte civile o di fare rumore su questa vicenda, in cui una donna paga con la vita l’aver voluto cambiare strada, uscire dalla segregazione e trovare la vita. Rachida, come tutti i convertiti al cristianesimo nel Paese in cui chi fa il viaggio contrario è una star, ha sofferto ed è morta da sola, ma avrà giustizia e spero – conclude – che anche chi in Occidente parla di islamically correct a tutti i costi, capisca una volta per tutte di quali bestialità si rende complice. Per le comunità che ancora non accettano che la libertà religiosa in Italia è tutelata costituzionalmente, spero che questo processo sia esemplare”.